La notizia ha fatto tremare Hollywood: in produzione un film sulla vita di El Gato, sotto i primi rumors:Trama:
Anni Ottanta. Cresciuto nel duro Texas, dove zio Lou lo ha allenato a fare spondoni, Nick Cat vuole diventare il giocatore di calcino più bravo d'America. A mezza strada batte un campione spavaldo, e presume di aver fatto subito breccia nel cuore d'una bella sconosciuta. Che infatti lo invita in camera sua, ma per sparargli a bruciapelo, e subito dopo ammazzarsi. Passano molti anni, e ormai sui trenta Nick trova lavoro in una factory di New York che sta andando a rotoli. Qui riprende a giocare ma spesso è lasciato in panchina perché creduto una vecchia schiappa. Al massimo gli fanno portare i caffè. Quando finalmente può giocare si rivela l'asso degli assi: con la stecca che si è costruito spara fucilate e sbriciola le palle. È proprio inutile che il padrone della baracca tenti di corromperlo per impedirgli di diventare il migliore: il nostro atleta non è in vendita. Nick non si dà in pasto ai giornali. Ha un solo traguardo, vincere. Ma la carne è debole...Adocchiato da una bionda, che pur essendo tinta riesce a raggirarlo, Nick ora perde una partita dopo l'altra. Perché il pubblico torni ad applaudirlo bisogna che El Gato ritrovi la fiducia, ci riesce dopo un workshop in Tibet dove insegna a giocare al Dalai Lama. Il braccio e l'occhio di Nick riacquistano allora tale potenza che per fermarlo c'è solo il veleno nel boccione dell’acqua. L'uomo sopravvive, ma i medici lo sconsigliano dal riprendere il gioco. Invece il testardo non s'arrende: si pente dell'attimo di debolezza in cui ha accettato di farsi comprare, scampa a una pistolettata della bionda, e ancora convalescente scende di nuovo in campo per una partita che può portarlo ai campionati del mondo e lui al cimitero. Malridotto com'è, gli va infatti malissimo, e per di più gli si rompe la stecca fatata. Con un ultimo colpo di teatro Nick Cat cambia ruolo e questo basta a dargli la forza di vincere nonostante la maglia insanguinata. Sui divani si esulta, i neon esplodono in fuochi d'artificio, e Nick, ormai felice, si ritira in campagna a giocare con i ragazzini dell’oratorio...
Anni Ottanta. Cresciuto nel duro Texas, dove zio Lou lo ha allenato a fare spondoni, Nick Cat vuole diventare il giocatore di calcino più bravo d'America. A mezza strada batte un campione spavaldo, e presume di aver fatto subito breccia nel cuore d'una bella sconosciuta. Che infatti lo invita in camera sua, ma per sparargli a bruciapelo, e subito dopo ammazzarsi. Passano molti anni, e ormai sui trenta Nick trova lavoro in una factory di New York che sta andando a rotoli. Qui riprende a giocare ma spesso è lasciato in panchina perché creduto una vecchia schiappa. Al massimo gli fanno portare i caffè. Quando finalmente può giocare si rivela l'asso degli assi: con la stecca che si è costruito spara fucilate e sbriciola le palle. È proprio inutile che il padrone della baracca tenti di corromperlo per impedirgli di diventare il migliore: il nostro atleta non è in vendita. Nick non si dà in pasto ai giornali. Ha un solo traguardo, vincere. Ma la carne è debole...Adocchiato da una bionda, che pur essendo tinta riesce a raggirarlo, Nick ora perde una partita dopo l'altra. Perché il pubblico torni ad applaudirlo bisogna che El Gato ritrovi la fiducia, ci riesce dopo un workshop in Tibet dove insegna a giocare al Dalai Lama. Il braccio e l'occhio di Nick riacquistano allora tale potenza che per fermarlo c'è solo il veleno nel boccione dell’acqua. L'uomo sopravvive, ma i medici lo sconsigliano dal riprendere il gioco. Invece il testardo non s'arrende: si pente dell'attimo di debolezza in cui ha accettato di farsi comprare, scampa a una pistolettata della bionda, e ancora convalescente scende di nuovo in campo per una partita che può portarlo ai campionati del mondo e lui al cimitero. Malridotto com'è, gli va infatti malissimo, e per di più gli si rompe la stecca fatata. Con un ultimo colpo di teatro Nick Cat cambia ruolo e questo basta a dargli la forza di vincere nonostante la maglia insanguinata. Sui divani si esulta, i neon esplodono in fuochi d'artificio, e Nick, ormai felice, si ritira in campagna a giocare con i ragazzini dell’oratorio...
Critica:
Il film si ispira abbastanza fedelmente al famoso giocatore “El Gato” e ai suoi numerosi libri. Non il miglior film sul genere in produzione, ma di qualche interesse perché quella storia realista aveva un soprasenso simbolico e mistico. Sceneggiato da Slowhand con la consulenza di El Gato non è un'ennesima variazione sul tema della gloria, perseguita dai valorosi giovanotti americani che trovano nello sport l'ambiente più adatto a nutrire il mito del successo. Ma piuttosto è una parabola morale dove al di là dei protagonisti vince il calcino. Con le sue regole e la sua poesia. Purtroppo i capitali americani hanno fatto migrare la storia negli USA e così viene banalizzata la critica di costume, temperato l’antifemminismo, dipinto alla brava il profilo di quel Nick battezzato «El Gato», rielaborati molti luoghi comuni sugli eroi degli stadi che sfidano gli avidi e i disonesti. Alcune scene sono comiche, come quando El Gato uccide un portiere con una rimessa dal fondo o come quando, in un cameo dello stesso Slowhand, Nick dopo aver perso una partita dà alle fiamme un bar.
I produttori (gli stessi di Mamma ho perso l’aereo 18 e Rocky Balboa) stanno ora cercando un titolo d’effetto. Chiunque volesse dare i propri consigli invii pure un commento al post.
I titoli in lizza
I Brocchi contro El Gato
El Gato sul calcino che scotta
El Gato con gli spondoni
Sette El Gati per sette tornei
Corus El Gato
El Gattus
El Gattaca
El Gato prende il taxy driver
El Gato davanti e dietro c’è posto
Chi ha incastrato El Gato?
Dirty Gatting
Il film si ispira abbastanza fedelmente al famoso giocatore “El Gato” e ai suoi numerosi libri. Non il miglior film sul genere in produzione, ma di qualche interesse perché quella storia realista aveva un soprasenso simbolico e mistico. Sceneggiato da Slowhand con la consulenza di El Gato non è un'ennesima variazione sul tema della gloria, perseguita dai valorosi giovanotti americani che trovano nello sport l'ambiente più adatto a nutrire il mito del successo. Ma piuttosto è una parabola morale dove al di là dei protagonisti vince il calcino. Con le sue regole e la sua poesia. Purtroppo i capitali americani hanno fatto migrare la storia negli USA e così viene banalizzata la critica di costume, temperato l’antifemminismo, dipinto alla brava il profilo di quel Nick battezzato «El Gato», rielaborati molti luoghi comuni sugli eroi degli stadi che sfidano gli avidi e i disonesti. Alcune scene sono comiche, come quando El Gato uccide un portiere con una rimessa dal fondo o come quando, in un cameo dello stesso Slowhand, Nick dopo aver perso una partita dà alle fiamme un bar.
I produttori (gli stessi di Mamma ho perso l’aereo 18 e Rocky Balboa) stanno ora cercando un titolo d’effetto. Chiunque volesse dare i propri consigli invii pure un commento al post.
I titoli in lizza
I Brocchi contro El Gato
El Gato sul calcino che scotta
El Gato con gli spondoni
Sette El Gati per sette tornei
Corus El Gato
El Gattus
El Gattaca
El Gato prende il taxy driver
El Gato davanti e dietro c’è posto
Chi ha incastrato El Gato?
Dirty Gatting
3 commenti:
Ultimo Gato a Parigi
Gatting Any?
Gatrix
Fight Cat
Quel gran pezzo del Gato tutto nudo e tutto mato
Travolti da un insolito Gato nell'azzurro mare d'agosto
Tutti i Gati del presidente
Ottima la critica del Benda. Purtroppo la sceneggiatura non è stata rispettata nella sua totalità. Per esempio è stata tagliata la scena in cui El Gato, in pieno delirio da onnipotenza, affronta un torneo a Las Vegas affiancato da un attaccante posticcio, in pratica un burattino di cartone pitturato che El Gato controlla malamente col piede destro. Scena sicuramente irresistibilmente comica, ma che rende l'idea del baratro di solitudine e alienazione in cui versava il nostro eroe. Memorabile la sua battuta urlata al pubblico che lo fischia, quando viene allontanato dagli arbitri: "E' la vostra vita ad avere bisogno di un attaccante! Io la vita me la segno da solo!!!"
Quello che SlowHand dimentica di aggiungere è che quel torneo, a Las Vegas, El Gato alla fine lo vinse giocando affiancato in attacco dal fantoccio di cartone. In segno di derisione El gato aveva dipinto sul volto del fantoccio le sembianze di un ben noto brocco.
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